Primi interventi in Bosnia

Progetto di emergenza alimentare per i profughi rientrati di Bratunac.
La situazione nell’area di Srebrenica

Bratunac è un comune posto lungo il versante ovest della valle del fiume Drina, che segna il confine tra la Repubblica Srpska (Bosnia) e la Serbia. Fa parte, insieme ai comuni di Srebrenica, Vlasenica e Zvornik, della Regione Nord-Est della Repubblica Srpska. Nel 1992, in seguito all’inizio del conflitto in Bosnia, la zona divenne teatro di scontri tra bosniaci e serbi, con assalti e uccisioni da entrambe le parti. Cominciarono le prime evacuazioni, sia di serbi (dai villaggi a prevalenza musulmana), che di musulmani (dai centri serbi). Verso la metà dell’anno, i musulmani bosniaci cominciarono a trasferirsi nell’area di Srebrenica (capoluogo principale della zona) che sembrava relativamente sicura, essendo stata dichiarata zona protetta sotto l’egida dell’ONU e la protezione dei caschi blu. La città, che arrivò nei mesi successivi ad accogliere tutti i musulmani della regione, rimase invece isolata dal mondo e sotto assedio fino all’11 luglio 1995, quando le milizie serbe si impadronirono di Srebrenica e avviarono un massacro sistematico di tutti i maschi tra i 14 e i 60 anni, raccolti nel sobborgo di Potocari. La mattina del 13 luglio non c’erano più maschi (si parla di circa 10.000 vittime), e le donne e i bambini vennero trasferiti nei campi profughi di Tuzla, Sarajevo e Mostar, dove ancora oggi sopravvivono grazie ai fondi delle Nazioni Unite. Per dare una dimensione della catastrofe, la popolazione di Bratunac era di circa 33.000 persone secondo i dati del censimento del 1991, mentre oggi ammonta a circa 21.000 persone.

Motivazioni del Progetto

Con questo intervento si intende sostenere le famiglie di Bratunac, senza distinzione etnica; tutta la popolazione sta affrontando l’inverno senza la prospettiva di un’occupazione e di un reddito sufficiente a coprire almeno i bisogni fondamentali delle persone. Secondo i dati in possesso dell’amministrazione comunale, solo una quota tra il 2 e il 5% delle famiglie ha un reddito pari o superiore ai 550 euro considerati necessari per soddisfare i bisogni di una famiglia media, di 5 persone. Inoltre, solo una minima parte della popolazione in età lavorativa ha un’occupazione retribuita, e la disoccupazione giovanile è particolarmente allarmante, soprattutto per la concreta possibilità che queste risorse, giovani e qualificate, si rivolgano ad attività delinquenziali o emigrino, condannando la zona a un declino definitivo.

Obiettivi specifici del Progetto 

Obiettivo generale dell’intervento è contribuire ad assicurare la sicurezza alimentare alle famiglie povere di Bratunac nell’inverno 2002-2003. Particolare attenzione sarà posta nell’intervento a favore delle famiglie costituite da sole donne e a quelle con bambini piccoli.

Si intende acquistare e distribuire a 120 famiglie povere di Bratunac, i seguenti generi alimentari di base:
72 quintali di farina ; 14.400 litri di latte ; 720 m³ di legna da ardere ;

Costi per ogni famiglia -> Prezzo unitario / Quantità Totale (euro):
Farina Euro/kg 0.45 60 27 ; Latte Euro/lt 0.60 120 72 ; Legna Euro/m³ 20 6 120 ; Trasporto 10 ; Altre spese 21 ; Totale 250

Beneficiari del Progetto

Beneficiari del progetto saranno le famiglie povere di Bratunac. Si intende concentrare l’intervento presso le famiglie in condizioni più precarie, e ci si propone di raggiungere 120 famiglie (cioè circa 660 persone), ad ognuna delle quali – in base alla composizione familiare – saranno forniti farina, latte e legna da ardere (per il riscaldamento e per la cucina). In media, ogni famiglia riceverà 60 kg di farina, 120 litri di latte e 6 metri cubi di legna da ardere, che – in base ai dati raccolti in loco – corrisponde al fabbisogno medio familiare di questi beni di base per i 3 mesi invernali.

Soggetti proponenti

– ACS, ONG
– ICS, ONLUS
– ETIMOS, Consorzio finanziario per il sostegno di microimprese dei PVS.
– AGRONOMI SENZA FRONTIERE, ONLUS

Programma di interventi di sviluppo a bratunac (Bosnia Erzegovina)


Dove
Bratunac è un comune posto lungo il versante ovest della valle del fiume Drina, al confine tra la Repubblica Srpska (Bosnia) e la Serbia. Fa parte, insieme ai comuni di Srebrenica, Vlasenica e Zvornik, della Regione Nord-Est della Repubblica Srpska.

La situazione nell’area di progetto

Bratunac è situata a pochi chilometri da Srebrenica. E’ stata teatro di scontri tra bosniaci e serbi, e la popolazione musulmana ha subito il massacro dell’11 luglio 1995, quando le milizie serbe si impadronirono di Srebrenica massacrando tutti i maschi di età compresa tra i 14 e i 60 anni. Se il censimento del 1991 contava a Bratunac 33.575 abitanti, nel settembre 2002 la popolazione stimata era di circa 22.000 persone.

I soggetti proponenti

– Agronomi Senza Frontiere ONLUS – Padova
– Associazione Cooperazione allo Sviluppo ONG – Padova
– Forum Žena (Forum delle Donne) di Bratunac
– Cooperativa Insieme di Bratunac

Cosa è già stato fatto

– Inverno 2003: raccolta fondi promossa da asf ed ACS per fornire un primo aiuto di emergenza alle famiglie più bisognose, scelte dal Forum Žena, indipendentemente dall’etnia di appartenenza; sono stati acquistati generi alimentari distribuiti alle famiglie costituite da donne sole (rientrate dai campi profughi), con bambini piccoli o con capo-famiglia disoccupato.
– Primavera 2003: promossa dal Forum Žena, si costituisce la ZEMLJORADNICKA ZADRUGA INSIEME SA P.O. (Cooperativa Agricola Insieme), per rilanciare e sviluppare su basi di collaborazione la produzione di piccoli frutti nel Comune. È formata da donne e uomini, sia serbi sia musulmani.
– Presentazione all’Unione Europea del progetto di sviluppo “Rural development project in Bratunac” – capofila CRIC (Centro Regionale di Intervento per la Cooperazione di Reggio Calabria). Il progetto non è stato finanziato.
– Approvazione del progetto “Sostegno alle donne produttrici di lamponi – Bratunac” presentato da ACS ed asf alla Regione Veneto, in collaborazione con il Comune di Abano (PD).
– Estate 2003: invio di piantine di lamponi rifiorenti, fragole, pacciamatura e manichetta per l’irrigazione.

Obiettivi del programma

Il programma intende supportare il ritorno dei rifugiati e la convivenza multietnica nell’area di Bratunac. L’obiettivo specifico è quello di riattivare l’economia rurale su base sostenibile attraverso la creazione di un sistema micro -economico basato sulla coltivazione di piccoli frutti (lamponi, fragole).

Perché i piccoli frutti

Bratunac gode di un clima favorevole alla coltivazione dei piccoli frutti; faceva parte, fino al 1991, della maggiore zona di produzione di piccoli frutti della Yugoslavia, che si sviluppava su entrambi i versanti della Drina, facendo capo ai centri di ricerca e di assistenza tecnica di Cacak e di Bijeljina. Circa il 90% della popolazione era legata, direttamente o indirettamente, alla produzione di lamponi, di varietà adatte alla surgelazione ed alla trasformazione (succhi di frutta, concentrati, coloranti, marmellate, sciroppi, gelatine, dolci, gelati…). Esiste quindi una conoscenza radicata delle tecniche di produzione, che costituisce
un’ottima base di partenza per migliorare la gestione aziendale dal punto di vista tecnico ed economico.

Beneficiari del Progetto

– Soci della Cooperativa Insieme
– Famiglie costituite da donne sole e/o anziane

Articolazione e stato di attuazione del programma

1. introduzione di nuove varietà di lampone rifiorenti e di fragola, che permetteranno di diversificare la produzione ed allungare il periodo di raccolta; la cooperativa si occuperà direttamente della raccolta, della surgelazione, della vendita dei frutti e dei prodotti trasformati, potendo spuntare condizioni migliori di mercato. A fine estate 2003, 20 aziende selezionate dalla Cooperativa Insieme hanno piantato fragole (var. Marmolada) e lamponi rifiorenti (var. Heritage). Un tecnico italiano esperto nella coltivazione dei piccoli frutti e nella gestione di cooperative di produttori fornisce il supporto tecnico necessario. I primi risultati sono attesi per la prossima estate. Costo sostenuto finora 20.000 euro per materiale, trasporto e manodopera.
2. Rafforzamento della Cooperativa Insieme: organizzazione e gestione di attività sociali per rafforzare il nucleo dei soci fondatori; supporto finalizzato al miglioramento della tecnica di produzione, all’introduzione dell’irrigazione ed al miglioramento varietale.
3. acquisto di un impianto di surgelazione che renda la Cooperativa Insieme indipendente dai commercianti che attualmente gestiscono la raccolta dei frutti freschi, conferendoli agli impianti di Sarajevo, di Zvornik e della Serbia. In tal modo i produttori potranno gestire direttamente la fase di surgelazione del prodotto e di vendita alle industrie di trasformazione europee. In questa fase si sta procedendo alla verifica delle possibili fonti di finanziamento.
Costo previsto: 320.000 euro.
4. supporto alle fasce deboli della popolazione (soprattutto famiglie costituite da donne sole, scampate al massacro di Srebrenica) in maniera da garantire un livello minimo di autosostentamento, ed il successivo accesso alla Cooperativa di produttori.
5. Organizzazione di viaggi studio e di turismo responsabile.